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Ecco i bandi per il “Pacchetto famiglia” della Regione Lazio: nidi pubblici, welfare aziendale e sostegno alla genitorialità

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Da www.socialelazio.it

Gli avvisi pubblici sono rivolti a Comuni, organismi del Terzo settore e società e imprese private. L’Assessore Visini: “Dalla Regione un aiuto concreto alle famiglie: più asili nido, più inclusione sociale, più interventi educativi, più sostegno a chi è a rischio povertà”

Oltre 40 progetti di sostegno alla genitorialità, 10 nuovi nidi aziendali aperti al territorio e un piano di ammodernamento dei nidi pubblici già esistenti: sono gli obiettivi di tre bandi pubblici, per un totale di 4,8 milioni di euro, che la Regione Lazio pubblicherà nei prossimi giorni a partire da domani. I bandi daranno attuazione ad alcune delle misure previste nelPacchetto famiglia 2015, il piano di azioni a sostegno dei nuclei familiari del Lazio varato dalla Giunta Zingaretti nel gennaio scorso.

“Il nostro è un aiuto concreto alle famiglie, soprattutto a quelle in difficoltà”, dichiara l’assessore regionale alle Politiche sociali e allo sport Rita Visini. “In questi anni di crisi il disagio sociale tra i nuclei familiari è diventato più vasto, e l’unica risposta che devono dare le istituzioni è tutelare i diritti e rendere più efficienti i servizi alle persone. E’ quello che sta facendo la Regione: più asili nido, più inclusione sociale, più interventi educativi, più sostegno a chi è a rischio povertà”.

BANDO PROGETTI TERZO SETTORE
Bando aperto (26 giugno-27 luglio 2015): vai alla pagina dell’avviso pubblico

Il primo degli avvisi pubblici sarà rivolto alle organizzazioni del Terzo settore e metterà a disposizione 1,3 milioni di euro per iniziative di aiuto alle famiglie in difficoltà e per le attività di centri diurni e case famiglia. Il bando prevede l’assegnazione di circa 30mila euro a ciascun progetto approvato, che potrà riguardare il supporto educativo alla genitorialità, la mediazione familiare, gli interventi per le mamme sole con bambini o i papà separati, l’accoglienza e le attività di integrazione sociale dei minori in difficoltà nelle strutture diurne o residenziali. Le domande potranno essere presentate a partire da domani  fino al 27 luglio.

BANDO WELFARE AZIENDALE
Bando in pubblicazione: online dal 1 luglio 2015

Il bando, che sarà aperto dal 1 luglio al 30 novembre, metterà a disposizione 1 milione di euro per progetti di welfare aziendale. A 10 anni dall’ultima sperimentazione fatta dalla Regione, l’avviso pubblico si rivolgerà a società e imprese private interessate ad avviare asili nido e servizi di conciliazione lavoro-famiglia, in un’ottica di responsabilità sociale d’impresa. Verrà dato un incentivo alle forme di rete (come i nidi interaziendali) e sarà previsto l’obbligo di messa a disposizione dei Comuni di una percentuale minima di posti in regime di convenzione, in modo tale da ampliare anche l’offerta pubblica. Il bando finanzierà 10 progetti da 100mila euro da destinare all’abbattimento delle rette e dei costi di avviamento; gli investimenti, invece, resteranno in carico all’azienda.

BANDO MIGLIORIA NIDI COMUNALI
Bando in pubblicazione: online dal 6 luglio 2015

L’avviso pubblico sarà aperto ai Comuni del Lazio e ai Municipi di Roma Capitale e assegnerà 2,5 milioni per i progetti di miglioria dei nidi comunali già funzionanti. Con le risorse a disposizione sarà possibile l’acquisto di attrezzature per i bambini, l’ammodernamento degli spazi-gioco, le ristrutturazioni per la tenuta termica e il risparmio energetico, il potenziamento dell’offerta formativa (per esempio con la didattica sportiva e musicale) e la formazione degli educatori. Il contributo per ciascun progetto sarà di 2000 euro per ogni posto-bambino offerto dal nido, con un massimo di 100mila euro per le strutture di Roma Capitale e di 60mila euro per quelle del resto del Lazio. Il bando sarà pubblicato il 6 luglio e gli Enti locali potranno presentare la domanda di partecipazione fino al 15 settembre.

La Sicilia delle “madri di giorno”: sfruttamento femminile legalizzato?

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Sei siciliana? Sei mamma? Sei casalinga? Non hai abbastanza carico di lavoro non retribuito in famiglia? Perchè non fai un po’ di volontariato presso qualche cooperativa o associazione come “madre di giorno”?

No, non si tratta di uno scherzo. Quanto della realtà di donne della Sicilia, una Regione fiaccata già da diverse problematiche, tra cui l’elevata disoccupazione femminile (24,9%) ed in cui solo il 5,1% dei bambini ha accesso ai nidi comunali. Una situazione drammatica, in cui il mestiere della tagesmutter potrebbe, se valorizzato, portare occupazione (specie femminile), sostenere la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura di tanti e permettere a parte di quel 95% dei bimbi siciliani tagliati fuori dai nidi comunali di trovare una modalità di accudimento rispettosa delle proprie esigenze.

Invece, ecco cosa ha previsto la regione Sicilia in tema di servizi educativi in contesto domiciliare. Essi vengono prestati da una figura denominata «madre di giorno»: una casalinga mamma (o che comunque ha svolto un’apposita esperienza formativa) che durante il giorno assiste e contribuisce ad educare, fornendo le cure materne e familiari nel proprio domicilio, uno o più minori appartenenti ad altri nuclei familiari in età da asilo nido.
Le associazioni di solidarietà familiare, ad esclusione di quelle costituite ai sensi della legge regionale 7 giugno 1994, n. 22 (organizzazioni di volontariato) e gli enti di privato sociale onlus che abbiano maturato esperienza di sostegno alle responsabilità genitoriali possono promuovere l’esperienza delle madri di giorno, fornire loro la necessaria preparazione o integrare quella già posseduta, assisterle sul piano amministrativo e tecnico, garantire la continuità della presa in cura del minore nel caso di malattia o impedimento, fornire le necessarie consulenze in campo psicopedagogico, assumere gli oneri derivanti dalle coperture assicurative per la responsabilità civile verso terzi e provvedere alla fornitura dei beni strumentali o di consumo necessari allo svolgimento del servizio.
La madre di giorno svolge la propria attività senza ricevere alcun compenso dalle famiglie degli utenti, che versano alle associazioni ed alle organizzazioni di cui fanno parte un corrispettivo per il servizio ricevuto determinato in misura da consentire la copertura dei costi necessari al suo mantenimento.
I Comuni possono erogare alle famiglie, secondo livelli di reddito e criteri di attribuzione predeterminati, voucher spendibili presso le associazioni e gli enti accreditati presso la stessa amministrazione comunale mediante stipula di apposita convenzione. Le convenzioni prevedono: a) la determinazione del corrispettivo relativo al servizio; b) le procedure e le modalità d’integrazione tra i servizi pubblici all’infanzia, i servizi socio-assistenziali ed i servizi delle madri di giorno; c) gli standard minimi di esperienza  o formazione abilitante per lo svolgimento del servizio da parte della madre di giorno; d) le modalità di verifica periodica della qualità del servizio.

Insomma, da quanto la normativa indica, o meglio, non indica, le madri di giorno siciliane sono destinate ad operare nel volontariato. Il che, purtroppo, in troppi casi equivale all’alimentare il sommerso. E le famiglie dei bambini? Se i Comuni lo prevedono, possono essere sostenute economicamente nella loro scelta educativa, attraverso l’erogazione di voucher. Con quali soldi, però, è da vedere.

Protetto: Voucher baby sitter ed asili nido: tutte le informazioni per presentare la domanda

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Protetto: Tagesmutter: come lavorare senza farsi sfruttare?

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