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NO all’Accordo quadro “tagesmutter” tra DOMUS, CISL e Uil. L’intervista a Roberto D’Andrea, segretario nazionale di NIdiL CGIL

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Invito chi non l’abbia già fatto a leggere l’articolo pubblicato ieri sul blog Popoff Globalist “Nasce il blog che combatte per i diritti di tanti” . Tra i vari argomenti trattati, si parla anche di come e perchè a “certe” cooperative ed associazioni non faccia comodo una professionalizzazione ed istituzionalizzazione delle tagesmutter.

Nell’articolo si accenna anche – in modo tutt’altro che positivo – all’unico accordo nazionale “tagesmutter” esistente fin’ora in Italia, quello siglato nell’ottobre 2011 tra l’Associazione DOMUS (che gestisce buona parte delle tagesmutter presenti in Trentino e che si sta espandendo sul territorio nazionale), la Uil Tem.p@ e la FeLSA Cisl.

Per quali motivi noi diciamo NO a questo accordo che, a parere di chi scrive, non tutela affatto noi lavoratrici, anzi… peggiora in ogni senso la nostra posizione?

Facciamo chiarezza attraverso l’intervista che ci ha rilasciato Roberto D’Andrea, segretario nazionale di NIdiL CGIL. Per chi non lo sapesse, la NIdiL CGIL (Nuove Identità di Lavoro) è la struttura sindacale della CGIL che rappresenta dal 1998 i lavoratori in somministrazione (ex interinali) ed i lavoratori atipici. Purtroppo il lavoro in somministrazione e quello “atipico” sono molto diffusi nella realtà nazionale odierna, spesso a scapito della tutela dei diritti dei lavoratori.

“Nel 2011 l’Associazione Domus (che gestisce gran parte delle tagesmutter presenti in Trentino e si sta espandendo sul territorio nazionale) ha siglato un accordo quadro con la FeLSA Cisl e la UilTem.p. Cosa pensi di questo accordo?Perché la CGIL non l’ha siglato? C’è stata una proposta di accordo da parte della CGIL? Se sì, cosa prevedeva e perché non è stata presa in conto dalle restanti parti sociali?

Nel 2011 abbiamo ritenuto di non sottoscrivere l’accordo collettivo in questione perché tale intesa disciplina una tipologia contrattuale, il contratto a progetto, che a nostro avviso non è compatibile con la modalità organizzativa utilizzata dall’Associazione Domus. Le associazioni, cooperative o aziende, aderenti a Domus determinano infatti l’organizzazione del lavoro (assegnano alle lavoratrici/lavoratori i turni, la quantità di bambini cui badare, impartiscono – di fatto – le direttive) e per questo motivo, a nostro avviso, l’unica forma contrattuale lecita per quel tipo di organizzazione di lavoro è il lavoro dipendente.

Ai primi tavoli di discussione, ai quali NIdiL CGIL ha preso parte, pur decidendo in ultima istanza di non sottoscrivere l’accordo, avevamo infatti fatto presente una cosa molto semplice, e cioè che quest’attività si può fare in due soli modi: o da dipendente, se ricorrono le condizioni utilizzate da Domus, o in maniera autonoma (attraverso prestazioni di lavoro con partita Iva) quando la tagesmutter è libera di organizzare (fatturando direttamente al cliente) la propria attività lavorativa.

In tal senso quindi ribadisco che il motivo della mancata firma da parte della CGIL non è assolutamente stato di natura “ideologica”. Quell’accordo, insomma, attraverso la legittimazione del contratto a progetto ha dato l’alibi alla controparte per utilizzare una forma contrattuale doppiamente sconveniente per le lavoratrici: senza le tutele del lavoro dipendente – pur se inserite in un’organizzazione aziendale – e senza l’autonomia di una gestione diretta dell’attività.

Cosa è successo dopo l’entrata in vigore della riforma Fornero, che ha cambiato i requisiti dei contratti a progetto?

La legge 92/12, sebbene in gran parte non condivisa dalla CGIL, ci dà ragione. La legge infatti cancella la possibilità di fare contratti “a programma o fase di lavoro”, che sono quella particolare declinazione del lavoro a progetto che appunto utilizzano le associazioni, cooperative e aziende che offrono servizi di tagesmutter. Come ti dicevo prima, noi non abbiamo ritenuto possibile l’individuazione di uno specifico progetto, e ora che non esistono più i contratti “a programma o fase di lavoro” è ancora più evidente che la strada da percorrere per queste aziende, al fine di mettersi in regola, è quella di procedere all’assunzione delle tagesmutter.

La questione è ben diversa per quelle lavoratrici che gestiscono liberamente la propria attività, fuori dal “sistema Domus”, e che magari hanno aperto la partita Iva. Il sindacato NIdiL CGIL è a disposizione per individuare tutte le soluzioni collettive necessarie ad assicurare maggiori tutele e diritti a chi lavora individualmente ma ha problemi in comune con altri lavoratori autonomi (sistema delle convenzioni col pubblico, questioni legate alla salute e alla sicurezza, ecc.)

Ti risulta che l’accordo sia stato rinnovato? La contrattazione è ancora aperta?

No, non mi risultano rinnovi, che però sarebbero necessari alla luce del cambio della normativa vigente.

Come la CGIL propone di inquadrare la figura della tagesmutter, per una reale tutela delle lavoratrici?

Come accennavo sopra, un’attività lavorativa può svolgersi attraverso forme di lavoro dipendente o attraverso il lavoro autonomo, a seconda del modo in cui si è inseriti nell’organizzazione del lavoro. Nel caso specifico delle tagesmutter (che sono una figura professionale ben diversa dall’assistente educativo all’infanzia, dal maestro o dalla baby sitter) ci siamo trovati in genere di fronte a cooperative, o soggetti simili, che pur gestendo tutte le questioni organizzative si rifiutano ad oggi di assumere come dipendenti le tagesmutter, semplicemente per pagarle meno di quanto previsto dai CCNL di riferimento. Noi crediamo che chi lavora per queste aziende in realtà vada assunto, mentre chi si mette sul mercato dei servizi alla persona – in questo caso all’infanzia – e costituisce impresa individuale abbia altre priorità, necessità e in generale un altro genere di problemi. La storia del sindacato ci insegna che unirsi costituisce il modo migliore per affrontarli.”

Grazie Roberto e grazie alla NIdiL CGIL che combatte ogni giorno per la tutela dei lavoratori atipici: siamo con voi, contro ogni forma di precariato!

Ecco il link per chi vuole aderire alla NIdiL CGIL: http://www.nidil.cgil.it/iscriviti