Formazione tagesmutter

Protetto: Piani di sviluppo. Materiali per il Corso per tagesmutter con introduzione ai principi montessoriani

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II Convegno Nazionale “Accogliere la nascita – i primi giorni: un benvenuto importante per tutta la vita”

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Vi segnaliamo il 2° Convegno nazionale ACCOGLIERE LA NASCITA promosso da Latte&Coccole.

Dopo 3 anni torna l’appuntamento di formazione ad alto livello per operatori, volontari, e persone interessate al campo della nascita e dell’allattamento.
In questo 2° Convegno il focus sarà sui primissimi giorni di vita del bambino, finestra piccolissima a livello temporale nella vita di ogni essere umano ma di importanza enorme e cruciale per la sua salute a 360° e per tutta la sua vita.

Sabato 13 maggio si terrà il Convegno aperto a tutti gli operatori, volontarie, e persone interessate, mentre venerdì 12 maggio vi sarà un workshop avanzato riservato a operatori esperti nel campo del sostegno all’allattamento (LC, IBCLC).

Per informazioni ed iscrizione: www.latteecoccole.net

Litigare bene: seminario a Roma per educatori, insegnanti e genitori

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L’Opera Nazionale Montessori organizza il seminario ”Litigare bene. Un metodo per aiutare gli alunni a gestire i litigi” dalle 9,30 alle 17,00 presso l’Hotel Casa tra Noi – via di Monte del Gallo, 113 – Roma (zona San Pietro).
Il seminario è condotto dal professor Daniele Novara, direttore del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, ideatore del metodo Litigare bene in collaborazione con la dott.ssa Marta Versiglia, pedagogista.
Imparare a litigare bene è importante perché permette ai bambini di essere protagonisti della loro crescita, di sviluppare quegli apprendimenti che consentiranno loro di affrontare la vita con maggiore autonomia, di essere più aperti verso il punto di vista degli altri, di vivere le situazioni conflittuali anche sdrammatizzandole e trasformandole in risorse e non in blocchi.
La scheda di partecipazione va inviata entro il 20 febbraio 2017 tramite email: segreteria@montessori.it
Per il pagamento del seminario è possibile utilizzare la carta del docente in quanto l’ONM è un ente accreditato dal MIUR.
Per maggiori informazioni è possibile scaricare il programma.

Opera Nazionale Montessori
Via di San  Gallicano, 7 – Roma
Tel. 06 584865 – 06 587959 – Fax 06 5885434
Email: segreteria@montessori.it – Sito: http://www.montessori.it

Programma e scheda del seminario

ALLATTAMENTO, SVEZZAMENTO E ATTACCAMENTO – Roma, 25 febbraio

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Alto contatto, attaccamento, relazione con e “gestione” del bimbo allattato, svezzamento: questi alcuni dei temi al centro dell’incontro “Allattamento, svezzamento, attaccamento: aspettative biologiche di alimentazione e accudimento”, tenuto da Martina Carabetta, ICBLC (Consulente professionale in allattamento materno) e Fondatrice di Latte&Coccole®, il primo ambulatorio romano dedicato all’allattamento.

L’incontro è rivolto a genitori, mamme in attesa, nonni, operatori dell’infanzia, tagesmutter, baby sitter, educatori, pediatri…

Si svolgerà a Roma, sabato 25 febbraio dalle 10.00 alle 16.00, in via Menotti Garibaldi 17, nell’ambito del “Corso per Tagesmutter con introduzione ai principi montessoriani” presentato da Associazione Montessori Brescia e patrocinato da Opera Nazionale Montessori.

Per ulteriori informazioni, costi ed iscrizioni contattare: corsotagesmutteroma@gmail.com

Tagesmutter e i “patti di non concorrenza” imposti dalle cooperative: quando vorresti lavorare da autonoma ma non puoi

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Decidi di frequentare il corso di formazione per tagesmutter presso la Cooperativa Tizio e Caio che costa poco, è cofinanziato/promosso dagli enti locali e poi ti permette di iniziare a lavorare già da subito presso la stessa Cooperativa Tizio e Caio, magari come Cococo?

Per poi scoprire, alla prima dichiarazione dei redditi, che a causa delle percentuali sugli incassi che devi alla Cooperativa non riesci a sbarcare il lunario… e quindi vorresti intraprendere la libera professione?

Attenzione a cosa firmi/hai firmato! Perchè probabilmente nel contratto che ti lega alla cooperativa ci sarà una clausola di “non concorrenza”. Che vuol dire? Che se lasci la cooperativa prima del termine del contratto o al termine del contratto stesso, per un tot di tempo non dovresti farle concorrenza, non dovresti cioè lavorare come tagesmutter.

Ma è proprio così?

Innanzitutto, per i Cococo (rapporto di lavoro parasubordinato) l’articolo da prendere in riferimento è il 2596 c.c.

Art. 2596 del codice civile. Limiti contrattuali della concorrenza.

Il patto che limita la concorrenza deve essere provato per iscritto. Esso è valido se circoscritto ad una determinata zona o ad una determinata attività, e non può eccedere la durata di cinque anni.
Se la durata del patto non è determinata o è stabilita per un periodo superiore a cinque anni, il patto è valido per la durata di un quinquennio.

Quindi sembrerebbe che come tagesmutter saresti obbligata a rispettare il patto di non concorrenza.

Attenzione però che dietro il Cococo non si celi la fattispecie del lavoro subordinato. Cioè che si tratti di falsi Cococo. Se nel contratto trovi il riferimento al luogo o all’orario di lavoro, ad esempio, sei di fronte a lavoro subordinato e non a una Cococo. Questo vuol dire che, in tal caso, l’articolo da far valere sarà l’art. 2125 del codice civile. Patto di non concorrenza.

Il patto con il quale si limita lo svolgimento dell’attività del prestatore di lavoro, per il tempo successivo alla cessazione del contratto, è nullo se non risulta da atto scritto, se non è pattuito un corrispettivo a favore del prestatore di lavoro e se il vincolo non è contenuto entro determinati limiti di oggetto, di tempo e di luogo.
La durata del vincolo non può essere superiore a cinque anni, se si tratta di dirigenti, e a tre anni negli altri casi. Se è pattuita una durata maggiore, essa si riduce nella misura suindicata.

Cioè, per non lavorare come tagesmutter dovrai ricevere almeno un congruo indennizzo.

Senza dimenticare come la tagesmutter, secondo anche quanto asserito dall CGIL qualche anno fa, nell’intervista rilasciata al blog da Roberto D’Andrea,

“si può fare in due soli modi: o da dipendente, se ricorrono le condizioni utilizzate da Domus (n.d.a. in quel caso specifico si parlava di Domus), o in maniera autonoma (attraverso prestazioni di lavoro con partita Iva) quando la tagesmutter è libera di organizzare (fatturando direttamente al cliente) la propria attività lavorativa.”

Quindi… prima che la cooperativa ti “faccia causa” per non aver rispettato il patto di concorrenza come Cococo, forse potresti far loro presente che avrebbero dovuto assumerti a tempo indeterminato…

Ancora una volta, occhi aperti!

Corso per Tagesmutter montessoriane: proroga inizio e incontro di presentazione

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La data d’inizio del Corso per Tagesmutter con introduzione ai principi montessoriani, presentato da Associazione Montessori Brescia e patrocinato da Opera nazionale Montessori, è stata prorogata a sabato 11 febbraio 2017.

Sabato 4 febbraio è previsto un secondo incontro di presentazione del Corso.

Il Corso si terrà a Roma.

Per informazioni ed iscrizioni contattare: corsotagesmutteroma@gmail.com

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Corsi riconosciuti tagesmutter/nido famiglia, norme regionali e comunali nel Lazio… che confusione!

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In questi giorni tante, tantissime persone mi hanno chiesto delucidazioni sul Corso X/Y/ per Tagesmutter nel Lazio. Nello specifico mi hanno cheisto se quel titolo rilasciato per quel Corso fosse riconosciuto dalla Regione Lazio. Ma che vuol dire “riconosciuto”?

Procedere con ordine in mezzo a questo grande marasma, dove secondo me anche chi si occupa di formazione (anche di autorizzarla) si perde “pezzi di legge” qua e là… non è semplice.

Punto numero uno. Nel Lazio ancora non c’è una regolamentazione, a livello regionale, del servizio tagesmutter. Ci sono alcuni Comuni (es. Ladispoli, Cerveteri, Civitavecchia e da ultimo Fiumicino, proprio lo scorso fine dicembre) che hanno normato il servizio di nido famiglia, che per molti versi si può “sovrascrivere” a quello di tagesmutter (ma, come vedremo in seguito, anche no). Riguardo i regolamenti adottati da questi Comuni ci sarebbe molto da dire e, a mio avviso, anche qualcosa da contestare sulla legittimità o meno di quanto prevedono.

Parlando di Regione Lazio, l’8 giugno 1995 con la legge regionale 43 è stata istituito il servizio di assistente familiare che:

"nell'ambito   delle  politiche  sociali  di  aiuto  e  sostegno  alle
famiglie, ha lo scopo di permettere la sorveglianza  dei  bambini  di
eta'  inferiore  ai  tre  anni, attraverso l'affidamento degli stessi
alle cure delle  assistenti  familiari  nelle  abitazioni  di  queste
ultime" (art.1)

Le assistenti familiari (non si sa perchè, donne) dovevano aver superato un corso regionale di formazione ed un colloquio psico-attitudinale, dopodiché l’Assessorato ai servizi sociali del Comune rilasciava loro un attestato di abilitazione di esercizio alla professione.

La legge regionale 43/1995 è stata però abrogata dalla legge regionale 24/12/2010, art.79.

Nel mentre però cosa è accaduto? Nel 2007 la figura dell’Assistente familiare era entrata nel Repertorio regionale dei profili professionali e formativi con DGR 609 del 31/07/2007. Nell’allegato 1 troviamo descritta questa figura:

“l’Assistente familiare è una figura con caratteristiche pratico-operative, la cui attività è rivolta a garantire assistenza a persone autosufficienti e non, nelle loro necessità primarie, favorendone il benessere e l’autonomia all’interno del clima domestico-familiare.”

Abrogata la L. 43/1995 e col DGR 609/2007 l’assistente familiare passa da una figura assimilabile alla tagesmutter, ad una assimilabile alla colf/badante. Quindi l’unico riferimento normativo che avevamo a livello regionale al servizio tagesmutter o perlomeno a qualcosa di assimilabile… non c’è più.

Per quanto riguarda il nido famiglia? Troviamo un cenno nella normativa regionale: la L.R. 32/2001 lo decrive come

l’attività di cura di bambini da 0 a 3 anni svolta senza fini di lucro e promossa ed autogestita dalle famiglie utenti.

Il nido famiglia appartiene quindi, per la Regione Lazio, alla sfera della solidarietà familiare e non della imprenditorialità.

Cos’altro abbiamo?

La proposta di legge regionale PL 268 (proposta, quindi non ancora legge), che all’art.31 propone di normare il nido familiare, definendolo come

un servizio socioeducativo realizzato in contesti domiciliari, quali abitazioni private o altri locali in possesso dei requisiti igienico- sanitari previsti dalla normativa vigente per la civile abitazione, che accoglie fino ad un massimo di cinque bambini di età compresa fra i tre e i trentasei mesi.

Chi lavora nel così prospettato nido familiare sarebbe l’operatore di nido familiare, il quale oltre ai requisiti previsti dall’art.19, dovrebbe essere in possesso di uno dei titoli di studio di cui all’art.17, comma 1 (titoli di studio per ricoprire il ruolo di educatore nei servizi socioeducativi):

laurea triennale o laurea magistrale conseguita in corsi afferenti alle classi pedagogiche o psicologiche e titoli equipollenti; diploma di maturità magistrale; diploma di scuola magistrale con abilitazione all’insegnamento; diploma di maturità rilasciato dal liceo socio-psico-pedagogico; diploma di maturità rilasciato dal liceo delle scienze umane ad indirizzo socio-psico-pedagogico; diploma di tecnico dei servizi sociali e di assistente di comunità infantile; diploma di dirigente di comunità; se si è già in servizio come educatore, uno dei titoli previsti dall’art.17 della L.R. 19/1980.

Altrimenti, se fosse sprovvisto di uno dei titoli di studio di cui sopra,  dovrebbe possedere
l’attestato di qualifica professionale specifica rilasciato a seguito di frequenza a corsi di formazione professionale riconosciuti dalla Regione.
Benissimo. Ammettiamo che un giorno questa proposta divenga legge (per ora non lo è, da quasi due anni) e che io non abbia uno dei titoli di studio previsti dall’art. 17.1. Dovrei per forza possedere un attestato di qualifica professionale specifica rilasciato a seguito della frequenza di un corso di formazione professionale riconosciuto dalla Regione.
Ma esistono attualmente corsi di formazione per operatore di nido familiare? NO. Innnanzitutto perchè nemmeno esiste il nido familiare. Cioè, la fattispecie non è prevista da alcuna norma nella nostra Regione, come abbiamo visto.
Ma allora, quali sono i corsi che troviamo in giro? E siamo sicuri che poi, una volta seguiti questi corsi con successo, possiamo diventare, qualora passi la normativa e siamo sprovvisti dei titoli di studio sopra elencati, operatori di nido familiare?
Da qualche tempo esistono dei corsi autorizzati dalla Regione Lazio per figure che, “a naso”, ci sembrano molto simili a quelle dell’operatore di nido familiare proposto dalla PL 268. Ci sembrano simili, perchè in questo “pappone” di normative regionali, regolamenti comunali, sperimentazioni e chi più ne ha più ne metta, ormai per il comune sentire tagesmutter- nido domiciliare-nido familiare-nido famiglia sono diventati più o meno la stessa cosa.
Ma per il diritto sarà così?

Innanzitutto, andiamo a vedere quali sono questi corsi. Abbiamo i corsi autorizzati per:

– operatore domiciliare all’infanzia (tagesmutter) di ENEF G CENA, HC Training srl, Minerva Sapiens srl ,

– operatore domiciliare all’infanzia (tagesmutter)- acquisizione di competenze – livello 2  di Maveco,

– assistente materna/tagesmutter di BABY JOB , Patatrac, Icarum,

– operatore all’infanzia domiciliare e nelle strutture socio-educative-frequenza 1°livello di Logos.

Sono corsi diversi, con un monte orario differente (250/300 ore), presentati per la maggiorparte da enti che fanno formazione anche in altri settori professionali (ricostruzione unghie, acconciatore, mediatore interculturale, assistente familiare,lavoratori addetti alle attività di rimozione, bonifica, smaltimento dell’amianto…).

Ora vi riporto nuovamente quanto prevede la proposta di legge PL 268. Se non si possiedono i titoli di studio psico-pedagogici (diploma magistrale ecc..) riportati all’art.17, si dovrà possedere
l’attestato di qualifica professionale specifica rilasciato a seguito di frequenza a corsi di formazione professionale riconosciuti dalla Regione.
Nessuno dei suddetti corsi rilascia un attestato di qualifica professionale specifica di operatore di nido familiare.
Per tirare le somme…
Nascono una moltitudine di corsi per tagesmutter, con nomi, forme e monte ore differenti. Sono corsi di formazione autorizzati dalla Regione Lazio. Regione Lazio che però non ha ancora normato il settore. E nella proposta di legge, ferma da quasi due anni, non si parla di tagesmutter ma di nido familiare / operatore di nido familiare.
Ma perchè la Regione Lazio autorizza dei corsi di formazione professionale per tagesmutter senza averla regolamentata?
Possiamo fare solo delle ipotesi. Quando nel 2012 con il DGR 452 è stato istituito il “Repertorio regionale delle competenze e dei profili formativi” in un’ottica europeista, di uniformazione e riconoscimento appunto di competenze (formali e non formali) e profili formativi tra i diversi Stati Membri ma anche tra le differenti regioni italiane, è stato inserito anche il profilo professionale dell’operatore domiciliare all’infanzia (tagesmutter) .

La descrizione sintetica è la seguente:

L’operatore domiciliare all’infanzia (Tagesmutter) è in grado di svolgere le attività di assistenza quotidiana dei bambini e di accompagnarli nel loro sviluppo fisico psichico e intellettuale, garantendone la cura dei bisogni primari e degli ambienti di vita.

L’area professionale è quella dell’assistenza sociale, dell’assistenza sanitaria, dell’assistenza socio-sanitaria.

Se andiamo inoltre a leggere i profili collegati-collegabili alla figura, cosa troviamo? Sistema classificatorio ISCO: 5131 lavoratori dei servizi di assistenza all’infanzia; Istat: 5.5.3.3 addetti alla sorveglianza di bambini e assimilati; EXCELSIOR: 30.04.03 Addetti all’animazione dei bambini e assimilati; Sistema di codifica professioni del Ministero del Lavoro: 553300 addetti alla sorveglianza di bambini ed assimilati, 553302 baby sitter, 553303 nurse, 553306 vigilatrice d’infanzia, 553307 vigilatrice di bambini; Repertorio delle professioni ISFOL: operatore per l’infanzia.

Le unità di competenza sono: cura dei bisogni primari del bambino, animazione ludico -educativa, adattamento domestico ambientale, assistenza primaria alla salute del bambino.

E’ evidente che quello dell’operatore domiciliare all’infanzia (tagesmutter) è un profilo professionale assistenziale. Mentre l’operatore di nido familiare della proposta di legge svolgerebbe un servizio socioeducativo in contesto domiciliare.
Il primo è un baby sitter, il secondo un educatore.
Di qui il dubbio serio che chi abbia solo l’attestato di operatore domiciliare all’infanzia (tagesmutter), pure avendo seguito un corso autorizzato dalla Regione Lazio, possa un giorno operare nei nidi familiari.
Veniamo adesso ai Regolamenti Comunali. E qui ne vediamo delle belle. Il  neo Regolamento dei Nidi di Famiglia del Comune di Fiumicino ancora non è disponibile sull’Albo Pretorio online del Comune. Nel comunicato stampa, troviamo scritto che a Fiumicino: “tra i requisiti obbligatori, in mancanza di un titolo di studio specifico, servirà la frequenza di un percorso formativo previsto dalla Regione Lazio e denominato “Operatore domiciliare all’infanzia” (Tagesmutter), oltre ad aver conseguito la certificazione per i corsi di formazione su manovre di disostruzione pediatriche e corsi Haccp per operatori”.
Tutto questo mi fa sorridere. Sorridere, perchè se così fosse innanzitutto si ignorerebbe il fatto che esista una legge regionale, la L.R. 32/2001, gerarchicamente superiore al regolamento comunale, che definisce il nido famiglia, come
l’attività di cura di bambini da 0 a 3 anni svolta senza fini di lucro e promossa ed autogestita dalle famiglie utenti.
La legge regionale fa da cornice, ma così sembra che il regolamento comunale la travalichi. Mischiando ceci e fagioli, cioè: assistenza (il profilo professionale dell’operatore domiciliare all’infanzia – tagesmutter), solidarietà familiare (associazionismo familiare – nido di famiglia), educazione (servizi socioeducativi intergativi al nido d’infanzia). Un gran pappone.

Il Regolamento di Ladispoli riprende la definizione di nido famiglia fatta dalla legge regionale come “forma di autorganizzazione familiare per la cura di bambini da zero a tre anni svolta senza fini di lucro e promossa ed autogestita dalle famiglie”.Il nido famiglia, in quanto tipologia familiare, deve essere realizzato in una civile abitazione. Il nido famiglia non può ospitare più di otto bambini.

Poi, però, parla di “qualifiche professionali del personale da impiegare” ed “educatori”, con tutto un elenco di titoli socio-psico-pedagogici… ma poi tra i vari titoli previsti per gli “educatori” troviamo anche “Qualifica di animatore socio culturale”, “Assistente familiare”,”Operatore OSA (Operatore socio-assistenziale)”, “OSS (Operatore socio – sanitario)”, “Corso specifico organizzato dalla Regione Lazio e/o dalla Provincia di Roma volto a rilasciare l’abilitazione per l’apertura del Nido famiglia, o per la formazione delle Assistenti Materne”.

Insomma… altro gran miscuglio: nido famiglia (associazionismo familiare), educatore (servizio socio educativo), operatori assistenziali (assistenza). Mi viene da pensare che se un gruppo di famiglie si auto-organizzasse per l’accudimento di un gruppetto di piccini con nonni, zii o anche tra genitori, oppure con l’aiuto di una brava tata, ma nessuno fosse titolato, per Ladispoli o Fiumicino si tratterebbe di un nido di famiglia abusivo (anche se per la legge regionale no).

Quello che si può notare è la mancanza di dialogo tra Comuni e Regione e tra settori differenti nella stessa Regione Lazio. O, probabilmente, un confronto lacunoso dei Comuni con realtà del terzo settore già operative, che non ha tenuto particolarmente in considerazione il percorso fatto in Regione.
Tutto ciò genera una grande, enorme confusione che attanaglia chi vorrebbe accudire un picccolo gruppo di bambini presso il proprio domicilio. E magari finisce col frquentare dei Corsi autorizzati “perchè sono riconosciuti” (ma che vuol dire poi) col rischio di spendere dai 1000 ai 2000 euro per trovarsi poi con sogni infranti e portafogli vuoto.

Corso Tagesmutter a Roma patrocinato dall’Opera nazionale Montessori

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Si terrà a Roma il “Corso per Tagesmutter con introduzione ai principi montessoriani”, patrocinato dall’Opera Nazionale Montessori e presentato dall’affiliata Associazione Montessori Brescia.
L’operatore domiciliare all’infanzia (tagesmutter) è una figura professionale presente già da qualche anno in Italia e molto radicata nei paesi del nord e del centro Europa. Accudisce presso la propria abitazione un piccolo numero di bambini, offrendo un servizio personalizzato e flessibile per le famiglie.
La tegesmutter è una professione a tutti gli effetti ai sensi della L. 4/2013 e rappresenta un’opportunità di auto-imprenditorialità per coloro che amano lavorare con i bambini.

Il presente corso, unico nel suo genere nel Lazio e in tutto il centro Italia, possiede la particolarità ed il valore aggiunto della formazione pedagogica ad indirizzo montessoriano con ben 40 ore di formazione sul metodo Montessori con docenti dell’Opera nazionale Montessori.
I corsisti avranno la possibilità di affacciarsi al pensiero ed al metodo di Maria Montessori che prevede un approccio al bambino rispettoso dei suoi ritmi di crescita e di apprendimento e dei suoi reali bisogni.

La formazione teorica di 200 ore e le 50 ore di pratica permetteranno di acquisire le conoscenze e di approfondire le unità di competenza indicate nel Repertorio regionale delle competenze e e dei profili formativi della Regione Lazio per il profilo formativo della tagesmutter.

Il corso si terrà a Roma.

La data d’inizio corso è prevista per sabato 28 gennaio 2017.

E’ prevista la presentazione sabato 17 dicembre 2016 alle ore 15.00 presso la sede dell’Associazione Culturale “Armonia dei Contrari”, Viale dei Quattro Venti 28, Roma.

Il corso è presentato dall’ affiliata all’Opera Nazionale Montessori.

Per partecipare alla presentazione e/o per ulteriori informazioni scrivere a:
corsotagesmutteroma@gmail.com

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